Principali Monumenti urbani

La Chiesa di S. Antonino

La struttura originale risale al XVII secolo, si ha notizia nel 1586 della costruzione del nuovo organo ad opera di don Stefano Raniolo di Ragusa, e della costruzione del precedente campanile nel 1601 realizzato da don Antonio Calcararo. La struttura originale venne distrutta dal terremoto del 169, La facciata del nuovo edificio sacro ricostruito nello stesso logo manca totalmente il secondo ordine, rimase incompiuta a causa della morte improvvisa del progettista. Si ha notizia che Vincenzo Mirabella Alagona architetto e sovrintendente alla costruzione della chiesa, morì nel 1624 a causa di un incidente mentre dirigeva i lavori di una seconda struttura religiosa, la chiesa di S. Maria delle Grazie a Modica. E’ stata recentemente restaurata da una équipe di provetti restauratori volontari che hanno prestato la loro attività a titolo gratuito e hanno permesso la riapertura della chiesa dopo decenni di abbandono. La chiesa conservava una pregevole “Addolorata” lignea attribuita a Filippo Quattrocchi. La facciata si caratterizza da un portale armonioso e sinusoidale con finestre e aperture ben proporzionate, il secondo ordine previsto ma non realizzato è sostituito da una rozza struttura che sostiene la cella campanaria. Gli interni si caratterizzano delle tipiche decorazioni barocche che originariamente erano totalmente ricoperte di oro zecchino.

La Chiesa Madre

La chiesa ha pianta basilicale a croce latina, consta di tre navate con transetti e cupola. La nuova chiesa sorse sui resti dell’antica struttura anch’essa abbattuta nel terribile evento sismico del 1693, si hanno notizie della costruzione di una campana nel 1610 ad opera del mastro campanaro don Andrea Costanzo, Non si ha alcuna notizia certa sul nome del progettista. La facciata a tre ordini si innalza sopra una scenografica scalinata di pietra lavica che dona movimento alla struttura. Le decorazioni barocche, le statue di fattura artigianale poste nel secondo ordine e il materiale utilizzato per la costruzione dona a questo monumento delle caratteristiche di eccezionalità. Nell’altare di sinistra si venera il corpo imbalsamato di Santo Pio, proveniente dalle catacombe di S. Callisto a Roma, donato da Papa Benedetto XIV ai buscemesi per proteggerli dai terribili eventi sismici. La chiesa è stata parzialmente restaurata ed è visitabile.

La Chiesa di S. Giacomo

Ha un’originale facciata convessa di ispirazione neoclassica, il secondo ordine dove trova posto un antico orologio è stato aggiunto o sostituito in un secondo momento. L’interno è caratterizzato di un grande ambiente ovoidale e un’abside quadrata armonizzati da una seri di archi e finestre. In alcuni documenti dell’epoca risulta che la chiesa venne edificata nel 1610 ad opera dei capi Mastri Marco de Farioro e Antonino Calcararo, secondo il progetto del Mastro Pietro Costantino. La struttura originale chiamata chiesa dello Spirito Santo, venne distrutta dal terremoto del 1693. La chiesa oramai sconsacrata è stata restaurata e viene utilizzata per esposizioni conferenze e convegni, mentre è in corso di realizzazione un secondo restauro del convento adiacente, per le visite rivolgersi all’ufficio tecnico comunale 09731-878060.

Il Santuario della Madonna del Bosco

Si trova nel colle S. Nicolò, di rimpetto al centro abitato, da cui dista circa 1 km. Nella parete sinistra del santuario si conserva un antico affresco della vergine col bambino, composto da innumerevoli strati di intonaco e pigmenti che per colori e forme si riconducono originariamente al XVI secolo. La Madonna del bosco qui venerata è la patrona di Buscemi e viene festeggiata l’ultima domenica d’Agosto, le celebrazioni estive sono particolarmente sentite dai cittadini che organizzano ogni anno solenni festeggiamenti. L’antica chiesetta e l’eremo annesso vennero totalmente distrutti dal terremoto del 1693 mentre l’affresco della madonna rimase miracolosamente illeso e subito inglobato in una nuova struttura. Per visitare il santuario rivolgersi alla parrocchia della Chiesa Madre.

La Chiesa del Carmine ed il convento delle Suore Domenicane

Chiamata un tempo chiesa di Santa Maria Annunziata, con l’annesso convento di S. Domenico. Si ha notizia dei lavori di costruzione dell’interno della chiesa avvenuti nel 1572 ad opera del capomastro Antonino Costantino, nel 1574 venne costruito l’organo mentre nel 1602 venne collocata la campana e realizzata la cappella del SS. Crocifisso. Un’antica statua lignea del crocifisso del 1700 è ancora custodita nella chiesa, le celebrazioni in onore del Crocifisso vengono svolti ogni prima domenica di Maggio, questa è la festa con origine più antica del paese. La chiesa conserva una annunciazione marmorea di scuola Caginiana, un antica tela con l’effige della Madonna del Bosco simile all’antico affresco custodito nel Santuario. Il convento ospita alcune suore dell’ordine delle Domenicane, è possibile visitare sia la chiesa che il convento ove è possibile anche pernottare, per informazioni chiamare le suore al numero: 0931-878019.

La Chiesa di S. Sebastiano

Anche questo edificio sacro subì gravi danni in occasione del terremoto del 1693, venne ricostruita nello stesso luogo ma per cause sconosciute si ebbe un secondo crollo della facciata, i lavori di ricostruzione ebbero tempi lunghisimi, forse a causa di ridotte disponibilità economiche, il secondo ordine triforo e timpanato porta la data del 1906. Si ha notizia di un’antica confraternita di S. Sebastiano, diretta da don Giovanni Requisenz, che si occupava di amministrare i beni della chiesa e che governò anche la ricostruzione post-terremoto. La chiesa è attualmente in rstauro e non può essere visitata all’interno.

Castello Requisenz

Castello Requesenz, la struttura Araba originale è stata rimaneggiata dalle dinastie succedutasi, normanni, angioini, aragonesi. Dopo il terremoto del 1963 fu ricostruito ed in seguito adibito a convento dei frati cappuccini, nel XIX secolo d.C. fu destinato a cimitero dopo essere stato abbandonato dai frati.

Principali Monumenti suburbani

Il Tempio Greco di costa delloro

Nel mese di Novembre del 1899, il giovane archeologo di Rovereto Paolo Orsi, Soprintendente di Siracusa, scopri in Sicilia Orientale nel territorio di Buscemi, delle misteriose grotte interamente decorate da iscrizioni. Grotte panoramicamente adagiate tra scoscesi dirupi di rimpetto allantica citt Greca di Akrai. Del Tempio rimangono oggi in loco alcune labili testimonianze, il pianoro su cui si aprivano gli ingressi delle camere ed alcuni angusti cunicoli di accesso che ospitano conigli selvatici ed istrici. Alcuni lastroni calcarei dello sperone di roccia soprastante sono scivolati uno sullaltro chiudendo come una tendina ogni possibile accesso al luogo di culto, risulta altamente rischioso ogni lavoro per riportare alla luce il Tempio. In questo luogo si celebrava lantico culto di Anna Sicula (Dea Madre). Nei terrazzamenti sottostanti sono stati ritrovati numerosi blocchi squadrati e decorati, e risultano perfettamente visibili le fondamenta del muro ipotizzato dallOrsi. Lanalisi degli antichi scritti, rivelo la natura sacra del luogo, alcune citazioni risalivano con certezza al periodo Romano Imperiale. La visita al tempio sconsigliata e pericolosaa causa dei massi pericolanti. Per scaricare larticolo completo, clicca qui!.

La Chiesa rupestre di S. Pietro

Tra le pieghe del tavolato Ibleo a quattro Km a N.E. del centro urbano di Buscemi, si nasconde sornione laustero monastero rupestre del Santo Spirito con i suoi importanti gioielli architettonici. Definito da Paolo Orsi come uno dei monumenti Bizantini di Primo ordine ancora conservato in Sicilia orientale, ed ancora, annoverato dal Ministero della Pubblica Istruzione nellelenco degli edifici Monumentali della Provincia di Siracusa (Roma 1917). Ci si arriva seguendo la S.P.14 che parte da Siracusa e poi si congiunge alla S.S.124, in direzione Palazzolo Acreide (comunemente detta Mare-monti), e che conduce a Buscemiper scaricare larticolo completo, clicca qui!

Kasmenai

Casmene o Kasmenai, impervia ed espugnabile, frutto ed espressione della potenza militare della grande Siracusa Greca. Città a lungo nascosta, ricercata e pur visibile, giace sorniona in cima al monte Casale protetta sotto uno strato di terra dai morsi del tempo. Tutto ebbe inizio circa ventisette secoli fa quando un giovane ragazzo, figlio secondogenito di una nobile famiglia di Corinto, della stirpe degli Eraclidi e Bacchiardi raggiunta la maturità, sentii il bisogno di staccarsi dalla propria terra e dalla propria famiglia. Spinto forse dalla mancanza di terre, gi occupate presumibilmente dai fratelli, decise di andare in cerca di gloria e soprattutto di nuove colonie. Ricevette dal Padre alcune navi per il viaggio, opportuni armenti, ed un grappolo di intraprendenti e valorosi guerrieri. Il nobile Archia, questo il nome, discendente secondo il mito direttamente da Ercole si stabili insieme allamico, il poeta Eumelo, e un il manipolo di uomini nell’isola di Ortigia nel 734 a.c. fondando sopra un primitivo agglomerato di capanne indigene dal nome Sraka, la prima Siracusa Greca di ogni tempo. Da questo momento sino alla riconquista di Siracusa da parte di Gelone tiranno di Gela nel 485 a.c., scarsissime sono le notizie certe in merito alle sorti della citt e dei coloni. Si sa che in questo lasso di tempo i coloni consolidarono rapidamente il potere creando circa 70 anni dopo, tre nuove colonie nellentroterra con lintento di controllare da una parte i Siculi e gli indigeni dallaltra tenere sotto controllo le altre colonie rivali. Nacquero Akrai, Kasmenai, Kamarina. E possibile visitare larea archeologica attrezzata di Kasmenai, ci si arriva percorrendo la statale che va da Buscemi verso Buccheri, e seguendo il bivio per Giarratana, una stradella sterrata posta sulla sinistra guida alle porte dellantica citt, per informazioni, chiamare lufficio turistico allo 0931-878273

Ultimo aggiornamento

9 Novembre 2020, 09:53